
La generazione visiva con l’intelligenza artificiale apre nuove possibilità nella comunicazione delle destinazioni: contenuti più veloci, più immersivi e più personalizzati. Abbiamo chiesto il punto di vista a due professionisti che stanno sperimentando queste tecnologie nei progetti reali: Igor Papo, esperto di Visual AI e produzione creativa per brand e destinazioni, e Cecilia Lascialfari, digital artist e ricercatrice, specializzata in AI generativa e realtà aumentata.
In che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando il modo di raccontare i luoghi con immagini e video?
Igor:
Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale non ha solo cambiato come creiamo immagini e video, ma anche cosa raccontiamo attraverso di essi. L’AI non sostituisce la realtà ma la reinterpreta ed arricchisce di elementi in grado di far provare più emozioni in chi guarderà queste immagini e video.
L’AI rende possibile raccontare un luogo partendo da un’emozione o da un’idea, non solo da ciò che è filmabile. Possiamo simulare luci, stagioni, epoche, integrare elementi che amplificano l’identità del posto. Il racconto diventa più personalizzabile e accessibile.
Cecilia:
La fotografia ha documentato la realtà per oltre un secolo. L’AI crea una nuova sintesi visiva che supera ciò che l’occhio vede. È un supporto alla creatività: immagini personalizzate, immersive e inclusive, se usate senza tradire la realtà del luogo. l’intelligenza artificiale ci propone una nuova sintesi della realtà, che differisce da quella che vediamo o che la nostra mente potrebbe immaginare.
L’intelligenza artificiale si propone come supporto alla creatività umana. E nel raccontare i luoghi, ci può aiutare a creare nuovi tipi di narrazioni visive personalizzate, immersive e inclusive, con elementi marketing innovativi che suscitano nello spettatore, interesse, meraviglia e curiosità verso una meta di viaggio.
Cosa può creare il turismo con questi nuovi linguaggi visivi?
Igor:
Non bisogna contraffare un posto: bisogna potenziarlo.
L’AI è utile per:
- evocare emozioni prima della visita
- mostrare l’invisibile (passato, futuro, cambiamenti stagionali)
- adattare lo stile ai target
- prototipare video e campagne in pochi minuti
L’obiettivo è far desiderare di esserci.
Cecilia:
L’esempio migliore è quando tecnologia e luogo restano coerenti.
Nel 2024 ho collaborato alla realizzazione di un selfie wall per il Festival THiNK in Toscana: un’immagine creata con AI generativa e realtà aumentata (Artivive). Inquadrandola, delle ali animate comparivano accanto alla persona, che poteva registrare e condividere subito il video sui social. Un’azione semplice, replicata in più punti dell’evento, che ha coinvolto un pubblico ampio e trasversale.
Posso citare anche altri casi studio come:
- Emma, influencer AI del German National Tourism Board: contenuti autentici + assistenza al viaggiatore
- Alma (Slovenia): interfaccia visiva ricca e narrativa centrata sul territorio
- Switzerland Tourism chatbot: interazione multimodale
- MindTrip + Puerto Rico: itinerari reali attivati dall’AI
A volte innovare significa semplicemente adattare bene strumenti esistenti.
Qual è il rischio più grande quando si usano contenuti generati dall’AI?
Igor:
Il rischio più grande quando si usano contenuti generati dall’AI nel racconto dei luoghi è quello di perdere l’autenticità. Se le immagini o i video generati mostrano un luogo più perfetto, più scenografico o completamente diverso da com’è davvero, si rischia di ingannare le aspettative del visitatore.
L’intelligenza artificiale è uno strumento straordinario per enfatizzare emozioni, ricostruire atmosfere, rendere più accessibile un messaggio visivo e personalizzarla, ma non deve mai snaturare la realtà o sostituirla.
Cecilia:
ll rischio più grande quando si utilizzano i software AI è quello di perdere l’autenticità dei contenuti e convincersi che ciò che viene generato dal sistema di intelligenza artificiale, sia la verità. Siamo nell’epoca della “creatività abbastanza buona”, vediamo nella lentezza un problema. E per andare veloci abbiamo bisogno di accontentarci di contenuti “abbastanza buoni che non importa siano perfetti”.
Accettiamo errori, dataset opachi, automatismi. Il turismo però vive di fiducia ed emozione: se le immagini o le storie non rispecchiano davvero il luogo, il visitatore se ne accorge e la credibilità si perde.
Come mantenere l’autenticità di una destinazione quando si usano strumenti di AI?
Igor:
Domandarsi sempre: l’AI sta amplificando la realtà o la sta sostituendo? Se togli la tecnologia, deve restare una storia vera.
Quindi il segreto è partire sempre da qualcosa di vero.
L’AI può aggiungere atmosfera, musica, luce, effetti, ritmo, ma la base deve essere reale.
Prima di creare e pubblicare un contenuto con AI prova porti queste domande:
- Sto partendo da qualcosa di reale — immagini, suoni, storie o persone del territorio?
- L’AI sta amplificando la realtà o la sta sostituendo?
- Se un turista arrivasse davvero qui, troverebbe ciò che ha visto nel mio contenuto?
- Questo racconto mostra ciò che rende il luogo unico o solo ciò che lo rende perfetto?
- Le emozioni che trasmette sono sincere o costruite?
- Il tono, i colori e lo stile rispettano l’identità autentica della destinazione?
- Ci sono persone, volti, tradizioni o dettagli locali che radicano il racconto nella realtà?
- Questo contenuto potrebbe appartenere a qualsiasi luogo o parla solo del mio?
- Fa venire voglia di visitare il posto davvero, non solo di guardarlo sullo schermo?
- Sto usando la tecnologia come strumento per emozionare o come trucco per stupire?
- Se togliessi l’AI, rimarrebbe comunque una storia vera da raccontare?
Se la maggior parte delle risposte è “sì”, stai usando l’AI nel modo giusto.
Se prevalgono i “no”, fermati un attimo: forse è il caso di rivedere il contenuto.
Cecilia:
L’AI è uno strumento che non va sottovalutato, non fa magie e non lo possiamo usare come una bacchetta magica. Se non uniamo gli strumenti di intelligenza artificiale, alla competenza, ai valori umani e all’unicità che contraddistinguono il luogo, rischiamo di incorrere in errori che non ci permettono di mantenere l’autenticità di una destinazione.
Spesso si concede allo strumento AI di guidare la creatività. Ma questa ha bisogno di essere supervisionata. Lo strumento AI non è in grado di comprendere l’autenticità di ciò che genera.
L’intervista è stata realizzata da Giulia Eremita per il topic “Digital strategy e Innovation”.
La cura editoriale è di Roberta Milano.
Vuoi capire cosa serve davvero per usare la Visual AI nel turismo senza perdere autenticità? Ne parliamo dal vivo con Igor e Cecilia a BTO.
12 novembre 16:00–16:50 (Hall #6) al Panel: Visual AI — Video Strategy & Image Tools per il Turismo
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