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“Ospitalità Open Air: tra innovazione e tradizione nei nuovi modelli turistici”

Intervista a Giovanna Manzi, una delle manager più riconosciute dell’hôtellerie in Italia. Dopo una lunga esperienza da CEO di Best Western/BWH Hotel Group Italia, oggi è board member in HNH Hospitality e Aetherna e affianca aziende e destinazioni su trasformazione digitale, data intelligence e nuovi modelli di sviluppo. La sua prospettiva è concreta e orientata al futuro: competitività, sostenibilità e tecnologia “utile” per un’ospitalità che crea valore lungo tutta la filiera.


1. Negli ultimi anni l’ospitalità open air ha conosciuto una crescita significativa. Dal suo punto di vista, quali sono i fattori chiave che hanno reso questo modello così attraente per i viaggiatori contemporanei?

Oggi le nuove generazioni, a partire dalla Z, cercano esperienze autentiche e socialmente rilevanti. L’ospitalità open air offre proprio questo: un contatto diretto con la natura, spazi condivisi che favoriscono nuove connessioni e un senso di libertà che le strutture tradizionali difficilmente riescono a dare. Inoltre, l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità è percepita come un valore aggiunto: scegliere un glamping o un campeggio eco-friendly non è solo una questione di comfort, ma anche di partecipare a un’esperienza responsabile e consapevole.

2. Il settore open air porta con sé una forte componente di tradizione, legata al contatto con la natura e alla semplicità dell’esperienza. Come si concilia oggi questa autenticità con le nuove esigenze di comfort e tecnologia richieste dagli ospiti?

L’autenticità e il rispetto della natura restano al centro, ma i viaggiatori moderni vogliono anche sentirsi coccolati e connessi. Per conciliare tradizione e comfort, si integrano soluzioni tecnologiche discrete: sistemi di check-in smart, applicazioni per prenotare attività o servizi sul posto, e piccole innovazioni che rendono il soggiorno più fluido senza snaturare l’esperienza. La chiave è creare uno spazio in cui la tecnologia serva a liberare tempo e attenzione, lasciando che gli ospiti si godano davvero la natura, le relazioni e la condivisione.

3. L’innovazione digitale sta trasformando radicalmente i servizi turistici. Quali strumenti o soluzioni ritiene più rilevanti per migliorare la customer experience negli spazi open air senza snaturarne l’essenza?

La tecnologia oggi deve essere invisibile ma potente: app che permettono prenotazioni rapide, mappe interattive dei percorsi naturali, suggerimenti personalizzati su attività e ristorazione, oppure sistemi di smart check-in e smart lock per le tende e le case mobili. Tutto ciò permette agli ospiti di concentrarsi sull’esperienza, sulle relazioni e sulla natura, senza perdere tempo in procedure complesse. L’obiettivo è rendere il digitale uno strumento di libertà e scoperta, non un intralcio all’esperienza open air.

4. Parlando di sostenibilità, il turismo all’aria aperta sembra avere un potenziale enorme. Quali pratiche virtuose sta osservando nei campeggi, nei villaggi o nei glamping che potrebbero diventare standard del settore nei prossimi anni?

Vedo pratiche davvero interessanti che vanno oltre il riciclo: dalla gestione energetica con pannelli solari e illuminazione a basso consumo, alla riduzione degli sprechi alimentari, fino all’incentivazione della mobilità dolce con biciclette e navette elettriche. Molti operatori stanno anche puntando sull’educazione ambientale degli ospiti, coinvolgendoli in attività di sensibilizzazione. Queste pratiche non solo riducono l’impatto ambientale, ma diventano parte integrante dell’esperienza, e credo che nei prossimi anni saranno lo standard atteso da tutti i viaggiatori.

5. Guardando al futuro, quali scenari immagina per l’ospitalità open air in Italia: più orientata al lusso esperienziale, alla sostenibilità diffusa o a un mix capace di attrarre target differenti?

Immagino un panorama variegato e dinamico: una parte dell’offerta sarà decisamente lusso esperienziale, con glamping esclusivi e servizi su misura; un’altra parte punterà su sostenibilità diffusa, con campeggi eco-friendly e spazi condivisi dove la comunità e l’interazione con la natura diventano protagoniste. Ma il vero successo sarà nei modelli ibridi, capaci di attrarre target diversi, offrendo esperienze personalizzate pur mantenendo un legame forte con l’ambiente e la cultura locale.

L’intervista riguarda il topicHospitality” ed è stata curata dal coordinatore scientifico del tema, Nicola Zoppi.
Ti aspettiamo a BTO – Be Travel Onlife per ascoltare dal vivo Giovanna Manzi.
L’appuntamento è a Firenze l’11 e 12 novembre 2025.